Autofestione: 1 anno di autogestione @ Arciblob - Arcore (MI), 03-04/04/09

Report and pics by drex


A due anni dall’ultima edizione di “Italians do it better” eccoci ancora ad Arcore per un weekend che è un suo perfetto seguito.
L’Arciblob risorge, nuova gestione, nasce “Autofestione”, un minifestival dal 3 al 4 Aprile. Tre bands a serata più contorno compreso nel prezzo. Una festa a buon mercato, 5 euri spesi con cognizione di causa.
A giudicare dallo stato di salute delle band presentate si può posticipare la data del collasso mentale di Milano , Monza e Brianza, per trattenere in patria i sempre più numerosi transfughi emigranti in territorio berlinese.

Autofestione ha celebrato un anno di nuova gestione del locale, mettendo in calendario anche proiezioni e djset che stanno nelle retrovie rispetto ai cinque gruppi in azione nella sala principale. Il piano superiore è rimasto un po’ a margine rispetto al clima più salottiero della parte sottostante.

Venerdì è stato il turno di R.U.N.I. in apertura serata. Trattasi di un trio che conduce una vita più ordinata dei Freak Brothers, ma presentano quel giusto livello di stonatura di immagine che calza a pennello nel loro pot-pourri musicale. Nel volantino di presentazione dichiarano molte influenze, le quali devono essere prese per delineare più un universo di appartenenza che uno stile risultante dalla loro unione. Però di krauti ne hanno mangiati parecchi, e hanno fatto anche un po’ di indigestione con tutto ciò che ha scosso con maggior vigore il cammino della popular music degli ultimi trentanni. E' una costante per molti musicisti che covano spesso le loro uova in manifestazioni come Trok, Tago, il fu Baafest, ecc. Musicisti che si scambiano tra loro come le mutande, forse preferiscono indossarle sporche, lasciare che la loro immagine esteriore si annulli ed emerga prepotente ed unica la loro forza creativa.

Seguono Ultravixen, tre catanesi in tour. Anche in questo caso le molteplici influenze sono nel background artistico, ma viene meno la componente avant e kraut per prediligere toni più r’n’r, suonando con passione e con un pizzico di stranezza, adottando un theremin che si limita comunque ad un paio di brevi intermezzi.
La scelta del nome che richiama alla mente le poppe cosmiche delle tettone dei film di Meyer, una battuta sulla figa, la presentazione frizzante del volantino Arciblob, fanno pensare ad una band di sudati erotomani, gonzo style da gang bang, pur sembrando giovanotti maturi di buona famiglia.

A chiudere un combo di stars reduci dalla fabbrica occupata FOA Boccaccio che, lungi dall’esser scomparsa, lavora per una riconquista dei propri spazi per un’area liberata nel monzese.
Si chiamano Scum from the Sun, già visti in precedenza alla FOA, ed alla sua chiusura in "The Plot Thickens 2", ora un quartetto, con Giona alle pulsazioni elettroniche e Black Mickey all’altro basso. Il suono è a tratti un doom dove le tenebre invadono le orecchie dell’ascoltatore rendendolo sordo alle cose vane della vita, ed un mantra nero che rispecchia l’interiorità di chi affronta una società che castra gli ideali a chiunque non si allinei allo status quo.

Ogni serata è terminata alle due, ben oltre i tempi che i Sindaci dello Stato neoconfessionale e spacciato per etico vorrebbero concedere. A dire il vero il programma prevedeva anche altro ma la distrazione, la diversa collocazione, gli orari, non hanno permesso di mettere nl giusto rilievo Kresko McNamara Funk Djset e le proiezioni a cura di Gianmaria di Pasquale. Personalmente sono dispiaciuto per non aver visionato “Zur Rettung der Popkultu/Experimental German Music Videos 1998-2003”, quindi mi attiverò con i canali virtuali per recuperare terreno.

Il dì dopo, anzi la sera, ripartì il carrozzone con Quasiviri, tre semidei ripudiati dal Padre eterno e convertitisi al baccanale della musica che percorre strade multigenere. Uno dei membri tornò dalla sera precedente dal palco R.U.N.I., riprendendo il proprio strumento, un synth poggiato su una tavola e retto da una corda ammazzacollo. Sono anch'essi in tre, un po’ una costante per queste band senza il classico 4° elemento del più canonico pop\rock, artefici di compenetrazione di forme e contaminazione. Hanno i numeri per far strada, supportati anche da interventi vocali che alleggeriscono spunti più cerebrali, ma dovranno trovare le lettere, quelle di raccomandazione di cui il rock italiano necessita purtroppo spesso per uscire dalle cantine, dai centri sociali, circoli arci e dai garage.

quasiviri

A spezzare la serata ci pensò un set posto al piano superiore. Attrezzato con una Roland MC909, Anybetterplace accompagnato dai visual di Cieli Sinestesici. Perdono per confronto con altri in fisicità perché il lavoro sporco lo fa il sequencer, (chitarra, basso e batteria puzzano di sudore, i sax di saliva), ma hanno permesso di concederci una pausa di relax nella buia sala. Il silenzio fu improvvisamente rotto da una prima sedia che ha ceduto rovinosamente, a cui ne è seguita una seconda, facendo temere per l’incolumità degli astanti.
Il video era penalizzato da dimensioni ridotte. Oggi persino un televisore può garantire una visuale più ampia. L'audioset era dapprima una elettronica da solotto e rallentata, molto riposante, soprattutto dopo le violenze subite in precedenza. Poi i pattern sono stati ricombinati per una dance che è certamente intelligente, secondo una infelice definizione ormai consolidata, ma paga il prezzo in alcuni punti di suonare troppo Roland patch, almeno per il sottoscritto che la MC909 ancora nuova l'ha confinata a casa del papi in attesa di essere venduta.

anybetterplace

Se la serata la paragonassimo ad un buon vino ovviamente per il meglio si deveva attendere tempo ed infatti Fuzz Orchestra hanno chiuso al meglio il weekend. Anch'essi li avevamo già in precedenza visti all'Art of Noise festival del 2006. A mio parere sono stati il cumshot che al termine colava lungo le nostre avide gole di suoni. Fuzz presentavano al banco anche un offerta speciale con versione cd e vinile di “Comunicato n°2“, per portare a casa, in auto e ovunque, questa presenza una tantum sul palco, e placare eventuali crisi d'astinenza post-concerto. Il cinema, il documentario, dai campioni presi da vari vinili, si innestavano nel loro noise gravitazionale, accompagnati dall'abile ricamo ritmico del seminudo sullo sfondo, e dalla pesantezza di cui era capace il più elegante uomo alla chitarra. Al noisepiano i tasti non disegnavano mille tappeti, troppe scure e torbide le loro notti. Erano piuttosto un ordito musicale che aveva nella trama qualcosa di politico, nel senso nobile della parola, con interventi e proclami degni di chi è stanco di ingoiare in silenzio.

Ad Arcore non c’è solo la villa del Cavaliere, c’è l’Arciblob, un luogo che in passato ed ora, certamente anche per la collocazione provinciale, non ha ancora ricevuto la necessaria attenzione che merita.

Scum from the Sun + SftS
R.U.N.I. Myspace
Quasiviri Myspace
Fuzz Orchestra Myspace
Ultravixen Myspace
Anybetterplace Myspace
Arciblob

Volantino PDF di presentazione

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